Impatto del trapianto di cellule emopoietiche e di quizartinib nei pazienti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi e duplicazioni tandem interne della tirosin-chinasi 3 FMS-like nello studio QuANTUM-First
Articolo originale: Schlenk RF, et al. Impact of hematopoietic cell transplantation and quizartinib in newly diagnosed patients with acute myeloid leukemia and FMS-like tyrosine kinase 3-internal tandem duplications in the QuANTUM-First trial. Haematologica 2025; 110: 2024–2.
Il QuANTUM-First (NCT02668653) è uno studio di fase 3 che ha arruolato 539 pazienti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazione FLT3-ITD a ricevere quizartinib (inibitore di FLT3 di seconda generazione di tipo 2, attivo solo sulle mutazioni FLT3-ITD) (n=268) o placebo (n=271) in induzione e consolidamento e/o trapianto allogenico, seguito da terapia di mantenimento con 36 cicli (28 giorni per ciclo) di quizartinib 60 mg al giorno o placebo, in base alla randomizzazione iniziale dello studio. Lo studio analizza l’impatto del trapianto di cellule emopoietiche (allo-HCT) eseguito in prima remissione completa (CR1) o in CR1 composita (CRc1), comprendente CR + risposta ematologica incompleta (CRi) come variabile tempo-dipendente, sulla sopravvivenza globale (OS) nei due bracci. Lo studio presenta 297 pazienti in CR1 post-induzione (quizartinib, n=147; placebo, n=150): 157 (52,9%) ricevono un trapianto allogenico (HCT) in CR1 (quizartinib, 31,3% n=84; placebo, 26,9% n=73). Altri 368 pazienti appaiono in CRc1 post-induzione (quizartinib, n=192; placebo, n=176): 196 (53,3%) vengono trapiantati (quizartinib, 41,1% n=110; placebo, 31,7% n=86).
Le caratteristiche demografiche e della malattia dei pazienti sono ben bilanciate nei sottogruppi. Quindi, 115 pazienti vengono trapiantati non in CR1: 52/268 (19,4%) nel braccio quizartinib e 41/271 (15,1%) nel braccio placebo; 22 (19,1%) dopo la recidiva: 8/268 (3,0%) nel braccio quizartinib e 14/271 (5,2%) nel braccio placebo. Il mantenimento con intent-to-treat viene effettuato nel 43,3% (116/268) dei pazienti nel braccio quizartinib rispetto al 33,9% (92/271) del braccio placebo. I pazienti sottoposti a mantenimento sono stati trapiantati in CR1/CRc1 nel 22,8% (61/268)/28,4% (76/268) dei pazienti nel braccio quizartinib rispetto al 13,3% (36/271)/16,6% (45/271) nel braccio placebo. Il 50,0/50,9% di pazienti in CR/CRc1 nel braccio quizartinib riceve un condizionamento mieloablativo rispetto al 45,2/47,7% nel braccio placebo. Il 47,6/49,1% di pazienti CR1/CRc1 nel braccio quizartinib riceve un trapianto da donatore non familiare rispetto al 52,1/50,0% nel braccio placebo, mentre il 72,6/70,9% nel braccio quizartinib lo riceve da donatore compatibile non familiare rispetto al 69,9/67,4% nel braccio placebo . Il sangue periferico è stata la principale fonte di cellule staminali (78,6/75,5% nel braccio quizartinib rispetto all'84,9/83,7% nel braccio placebo). Nel braccio quizartinib, l'allo-HCT è stato eseguito in CR1/CRc1 dopo un tempo mediano di 3,5 vs 3,3 mesi; nel braccio placebo, l'allo-HCT è stato eseguito in CR1 dopo un tempo mediano di 3,3 mesi vs 3,2 mesi in CRc1.
La graft versus host disease (GvHD) acuta di grado 3-4 è stata maggiore nei pazienti trattati con quizartinib (n=17, 16,7%) rispetto al braccio placebo (n=6, 6,6%). Anche la GvHD cronica è stata maggiore nel braccio quizartinib (n=30, 29,4%) rispetto al placebo (n=18, 19,8%). Su 85 pazienti con GvHD acuta di grado 2-4 e GvHD cronica, meno pazienti trattati con quizartinib (31/51, 60,8%) hanno interrotto il trattamento rispetto al gruppo placebo (24/34, 70,6%). Disturbi gastrointestinali (stomatite, diarrea, nausea e vomito), infezioni (citomegalovirus e polmonite), neutropenia febbrile, neutropenia, ipopotassiemia, polmonite, anemia e GvHD di grado 3 o peggiore sono simili nel gruppo quizartinib rispetto al placebo (96,1 vs 94,5%), con modifiche della dose più frequenti nel gruppo quizartinib rispetto al placebo.
La durata mediana del mantenimento è di 1,6 anni nel braccio sperimentale e di 1,7 anni nel braccio placebo. Il 68,6% dei pazienti nel braccio quizartinib riceve ≥12 cicli rispetto al 73,5% nel braccio placebo. I pazienti trapiantati e che hanno ricevuto quizartinib come terapia di mantenimento hanno maggiori eventi avversi di grado ≥3 relati al trattamento e maggiori tassi di eventi avversi associati a modifiche della dose rispetto al gruppo placebo. In multivariata, quizartinib e allo-HCT in CR1 (hazard ratio, HR=0,553 95% CI: 0,383–0,798, p=0,0015 e HR=0,527 95% CI: 0,349–0,796, p=0,0023, rispettivamente) o in CRc1 (HR=0,645 95% CI: 0,470–0,886, p=0,0068 e HR=0,557 95% CI: 0,391–0,793, p=0,0012, rispettivamente) sono fattori predittivi significativi per una OS più lunga (Figura 1).

Figura 1. OS stratificata per trapianto e braccio di trattamento. A) Pazienti in CR; B) Pazienti in CRc.
BIBLIOGRAFIA