Leucemia promielocitica acuta: risultati a lungo termine del progetto HARMONY
Articolo originale: Voso MT, et al. Acute promyelocytic leukemia: long-term outcomes from the HARMONY project. Blood 2025;145: 234–243
Utilizzando i dati raccolti tramite la piattaforma europea HARMONY, che include informazioni di più di 12000 leucemie mieloidi acute (LMA), gli autori hanno analizzato 1438 pazienti (età mediana 50,5 anni, range: 16–94) con leucemia promielocitica acuta (LPA), diagnosticati tra il 1999 e il 2022. I dati derivano da due studi clinici multicentrici internazionali (APL-0406 del GIMEMA e AML17 del NCRI) e da quattro registri europei (HOVON, AMLSG, Swedish AML Registry e SAL). L’uso di big data armonizzati ha permesso una valutazione molto più ampia e solida rispetto agli studi singoli. Lo scopo del lavoro era convalidare i risultati a lungo termine della terapia con acido all-trans retinoico (ATRA) e triossido di arsenico (ATO) in un'ampia coorte di pazienti e ridefinire i fattori prognostici. Su 1309 pazienti (91%) che hanno iniziato la terapia, 562 (43%) hanno ricevuto ATRA/ATO e 747 (57%) chemioterapia a base di idarubicina (AIDA-like). Una morte precoce si è verificata nel 5,9% dei pazienti, con una mediana di 9 giorni dopo la diagnosi, più frequente nel paziente anziano (età >70 anni), dove raggiunge il 14,3%, e nei pazienti ad alto rischio secondo Sanz risk score (15,6%). Con un follow-up mediano di 5,5 anni (range: 3,2–7,5), il regime ATRA/ATO è associato a una migliore sopravvivenza (OS e EFS) rispetto al trattamento AIDA-like, sia nei pazienti ad alto rischio, sia in quelli a rischio basso-intermedio (standard) (Figura 1A). Come atteso, nei pazienti trattati con AIDA-like la sopravvivenza è risultata significativamente inferiore nel gruppo ad alto rischio rispetto al gruppo standard (7y-OS: 74 vs 84%, p<0,0001; EFS: 58 vs 71%, p<0,0001); al contrario, questa differenza non è risultata significativa nei pazienti trattati con ATRA/ATO (OS: 92 vs 85%; EFS 89 vs 85%), terapia che sembrerebbe annullare l’effetto prognostico negativo dell’alto rischio (Figura 1B).
Figura 1. A) Curve di sopravvivenza (OS e EFS) stratificate secondo Sanz risk score e trattamento; B) Curve di sopravvivenza (OS) secondo regime di trattamento: confronto tra i gruppi di rischio.
Non si è evidenziata differenza in OS tra le LPA therapy-related (6,3% dei casi) e le forme de novo, indipendentemente dal trattamento. L’età si è dimostrata un fattore predittivo indipendente per la sopravvivenza (OS e EFS), ma non per la recidiva (Figura 2).
Figura 2. Outcome in base a età (OS, EFS e CIR).
Risultati peggiori si sono osservati per i pazienti trattati al di fuori di studi clinici rispetto ai pazienti inclusi negli studi clinici (7y-OS: 88 vs 94%, p=0,12; EFS: 81 vs 94%, p=0,001). Ciò potrebbe dipendere dai criteri di selezione degli studi clinici, come l’età più giovane e l’esclusione di pazienti con comorbidità. La recidiva di malattia si è verificata nel 13% dei pazienti trattati con AIDA-like (mediana 15,9 mesi dalla diagnosi, range: 0,76–62) e nel 3% dei pazienti trattati con ATRA/ATO (mediana 18,8 mesi dalla diagnosi, range: 3,8–72). L’analisi multivariata ha identificato l’età avanzata, l’alto rischio, il trattamento AIDA-like e il trattamento al di fuori degli studi clinici come predittori indipendenti di una minore OS. Lo studio conferma la superiorità di ATRA/ATO rispetto allo schema AIDA-like. Tuttavia, il rischio di morte precoce rappresenta ancora un problema, in particolare nei pazienti più anziani e nelle forme ad alto rischio.
BIBLIOGRAFIA