Remissione treatment-free dopo interruzione di terapia a base di venetoclax in pazienti con leucemia mieloide acuta
La combinazione di venetoclax (VEN) e agenti ipometilanti (HMA) azacitidina o decitabina rappresenta lo standard of care per pazienti anziani (>75 anni) di nuova diagnosi con leucemia mieloide acuta (LMA) e/o non idonei a ricevere chemioterapia intensiva (1, 2). Il beneficio clinico dell’associazione è stato dimostrato dallo studio randomizzato di Viale et al. e, più recentemente, confermato da studi di real life (1, 2, 3). Nei trial registrativi, la terapia con VEN/HMA è stata proseguita fino a progressione o tossicità inaccettabile, ma è evidente che, con il progressivo incremento del suo impiego clinico, diventa questione di grande importanza capire se il trattamento può essere interrotto in sicurezza, almeno nei pazienti che hanno raggiunto il risultato di una remissione completa (RC) prolungata. Nello studio di Chua et al. (4) vengono analizzati i dati da una serie di 29 pazienti, il 45% dei quali ha interrotto la terapia dopo l’ottenimento della RC (STOP), mentre il 55% ha proseguito il trattamento fino a progressione (CONT) (Figura 1).
Tutti avevano ottenuto una remissione della durata minima di 12 mesi (Figura 2).
Figura 2
Le ragioni mediche per l'interruzione della terapia erano neutropenia ricorrente (2/7, 29%), problemi oftalmologici (2/7, 25%), infezioni del tratto urinario (1/7, 13%), sanguinamento dovuto a trombocitopenia (1/7, 13%) e insufficienza renale (1/7, 13%). La sopravvivenza globale (OS) mediana per l'intera coorte era di 71,3 mesi, con il 79,2% dei pazienti vivo a 3 anni e una stima di OS del 55,5% a 5 anni (Figura 3). L’OS mediana nel gruppo STOP era di 71,3 mesi (Intervallo di confidenza, IC 95%: 41,6-mediana non raggiunta), rispetto a 43,7 mesi (IC 95%: 19,4-mediana non raggiunta) nella coorte CONT (p=0,023). Durante il periodo di osservazione, il 46 e il 69% dei pazienti successivamente ha recidivato nelle coorti STOP e CONT, rispettivamente.
Figura 3
Con un follow-up superiore a 5 anni, è stato riscontrato un treatment-free interval (TFR) mediano della durata di 45,8 mesi nella coorte STOP, con >50% dei pazienti ancora in remissione sostenuta al cut-off dei dati. Il rischio di recidiva e la durata della sopravvivenza libera da recidiva e globale erano simili tra le due coorti (Figura 4).
Figura 4
I fattori che favoriscono il TFR sostenuto all'interno della coorte STOP includevano le mutazioni NPM1 e/o IDH2 alla diagnosi, remissione completa senza malattia residua misurabile e almeno 12 mesi di terapia combinata a base di VEN prima della cessazione del trattamento. La conclusione dello studio è che, dopo una RC della durata di almeno 12 mesi, una parte dei pazienti con LMA di nuova diagnosi trattata con VEN/HMA può interrompere la terapia senza compromissione dell’outcome a lungo termine, con risultati simili in termini di percentuale di recidiva, sopravvivenza libera da recidiva e OS a coloro che proseguono fino a progressione.
BIBLIOGRAFIA
- Maiti A, Konopleva MY. How we incorporate venetoclax in treatment regimens for acute myeloid leukemia. Cancer J 2022; 28: 2–13.
- Garciaz S, et al. Azacitidine plus venetoclax for the treatment of relapsed and newly diagnosed acute myeloid leukemia patients. Cancers (Basel) 2022; 14: 2025.
- DiNardo CD, et al. Azacitidine and venetoclax in previously untreated acute myeloid leukemia. N Engl J Med 2020; 383: 617–629.
- Chua CC, et al. Treatment-free remission after ceasing venetoclax-based therapy in patients with acute myeloid leukemia. Blood Adv 2022; Epub ahead of print.